Un azienda commerciale può essere ostaggio di procedure interne rigide e anticoncorrenziali?

standar_procedureQuante volte ognuno di voi negli ultimi tempi si sentito dire da qualche funzionario o dirigente, “hai ragione, ma non posso aiutarti perché le procedure aziendali non lo permettono”, frase classica che si porta dietro tante amarezze e delusioni.
Ma chi le detta queste procedure?

Nella maggior parte dei casi sono Società di consulenze e formazione, che hanno costruito la propria esperienza sui mutamenti in atto.

Al centro di ogni progetto di consulenza e formazione c’è sempre il Cliente (azienda commerciale), interlocutore privilegiato a cui viene dedicato tutto il tempo necessario allo studio, alla progettazione e alla condivisione delle strategie adottate.
La finalità delle società di consulenza di solito sono racchiuse in un’unica formula: realizzare, in armonia con il Cliente (azienda commerciale) interventi di consulenza di direzione e di formazione, che portino a concreti risultati positivi.
Ma siamo proprio sicuri che le procedure come la burocrazia non limitano o ingessano la libertà d’impresa?

“Troppe regole e fatte male sono un ostacolo per le imprese e la loro crescita” parole di Mario Draghi all’epoca governatore della banca d’Italia, d’accordo anche La Marcegaglia all’epoca presidente di Confindustria oggi Presidente dell’Eni.
Proprio in Eni azienda leader del mercato petrolifero le procedure sono un elemento primario e necessario.
Le decisioni di politiche commerciali, di comportamento, di adeguamento prezzi, di gestione dei contenziosi, di cambi di gestione, d’immagine, di modalità di pagamento, di ordini carburanti, di manutenzione ecc. devono obbligatoriamente rispettare determinate procedure.

Es. un gestore che dopo tanti anni raggiunta l’età per la pensione, vuole cedere al figlio che ha collaborato per tanti anni con lui la gestione per continuità, non può perché il figlio deve sottoporsi ad un corso con il rischio di non essere idoneo;
Es. per la sostituzione di un manometro devi essere autorizzato dal responsabile P.V.;
Es. per una società che gestisce un impianto, la variazione per la cessione di quota di un socio di minoranza raggiunta l’età della pensione, e che senza la sua presenza la società può chiudere e di conseguenza l’impianto, deve essere autorizzata dall’azienda e il nuovo socio subentrante deve essere risultato idoneo al corso, in caso contrario l’impianto rasta chiuso o gli si da ad altri soggetti.
Es. In caso di errore tecnico da parte della banca che ha rimandato un rid indietro scatta il pagamento con assegno circolare.

Es. per avere un pricing competitivo nel proprio micro mercato, per difendersi dalla concorrenza necessitano autorizzazioni complesse e lunghe, che non si riesce nel tempo ad adeguarsi perche il concorrente ha già dei prezzi più competitivi ecc.
Per finire vorrei porre una riflessione ma esiste una vera libertà d’impresa o siamo diventati dei robot standardizzati?

Giuseppe Giuliano

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