Motoseghe e mitra Distributori di benzina nel mirino delle bande

selfscassoE molti clienti scappano senza pagare. Motoseghe e kalashnikov, i predoni dei distributori di benzina scelgono sempre meno il giorno (per la presenza di titolari e dipendenti, e soprattutto per le loro reazioni) e sempre più il fine settimana (quand’è in funzione il self-service e le colonnine dei pagamenti si riempiono di denaro).

Spesso i malviventi sono rom; e quando non entrano direttamente in azione, garantiscono comunque appoggio logistico, ad esempio per i nascondigli delle armi: tra i nomadi già «protagonisti» ci sono quelli del campo di via Negrotto. Il fenomeno degli assalti è in aumento a Milano e provincia. Conferma ne sono i continui episodi (domenica devastata una colonnina in via Buccinasco, ieri sgominata dai carabinieri l’ennesima banda) e l'”interesse” della Prefettura. Del problema s’è parlato nei consueti incontri su sicurezza e ordine pubblico coordinati dal prefetto Francesco Paolo Tronca.

I benzinai protestano, stanchi delle devastazioni (ruspe e Suv utilizzati come arieti) e della «quotidianità» meno éclatante ma ugualmente sfiancante: chi fa benzina e diesel e an che in presenza dei titolari va via senza pagare.

Vero, ci sono le telecamere e tutto viene registrato, dalla targa si risale al proprietario e quest’ultimo può venir denunciato. Soltanto che, dice e domanda Paolo Uniti, il capo della Figisc milanese, la Federazione dei gestori degli impianti, “la trafila burocratica a volte porta già in partenza a desistere. E allora, si perde tempo e lavoro all’inseguimento di una denuncia per rimediare, chissà se e chissà quando, dieci o trenta euro a volta?”.

Negli ultimi tempi a certi benzinai sono capitati fino a 6/7 episodi ogni giorno e l’ammanco complessivo assume una certa consistenza. Cosa fare? La Prefettura deve terminare la “ricognizione” per mappare le aree maggiormente a rischio e censire con esattezza gli episodi. Dopodiché vedremo eventuali contromosse. L’interesse resta alto.

Cresce il numero delle indagini. Abbiamo parlato dell’operazione dei carabinieri: in manette quattro fratelli bosniaci, due italiani, due egiziani. Abbondanti le accuse: rapine a Tir e ad aziende specializzate in stoccaggio di metalli preziosi, e poi gli assalti alle pompe di benzina. Gli investigatori sottolineano il pericoloso cambio del livello criminale (arsenali che arrivano dall’Est), la spregiudicatezza dei banditi, il vorticoso aumento dei malviventi interessati al “prodotto” e l’innalzamento della soglia d’allarme.

Di solito prima di entrare in azione la notte, vengono compiuti sopralluoghi e si attende il momento propizio. Il che però non esclude la pericolosa possibilità che qualche testimone involontario capiti nel momento sbagliato per fare rifornimento alla propria macchina.

Fonte: Corriere della sera

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